Coronavirus e caldo: davvero il calore estivo riuscirà a debellarlo?

Diversi studi si sono concentrati sulla relazione Coronavirus e caldo. Per appurare se le temperature alte incidono sulla stessa vitalità del virus. Dal momento che si tratta di un virus nuovo, non si conosce il suo comportamento. Anche se l’Oms ribadisce che non ci sono evidenze di tipo scientifico su una relazione tra la temperatura e la contagiosità.

Una tesi condivisa da una folta schiera di virologi e di epidemiologi. In base ai pareri di vari esperti, il fattore caldo non inciderà molto sul Coronavirus. In quanto non fermerà il contagio. Ma potrebbe rallentare la sua diffusione. Una speranza che non trova appiglio in nulla di certo. Come sottolineato dal ricercatore Roberto Burioni.

Secondo non pochi esperti, il Covid-19 potrebbe perdere la sua virulenza per l’effetto di climi più caldi. E di un’elevata umidità. Ma non è certo che l’estate possa inibire la pandemia.

Tra le tante indagini che hanno esaminato la relazione Coronavirus e caldo si segnala uno studio spagnolo. Che è stato condotto dall’Agenzia meteorologica statale (AEMET). In collaborazione con l’Istituto sanitario Carlos III. In base ai dati raccolti si è notata una relazione.

Coronavirus e caldo: i dati dello studio spagnolo e le considerazioni della National Academies of Sciences

Il team di ricerca ha raffrontato la temperatura media registrata nelle diverse comunità autonome dal 26 marzo al 4 aprile. Prendendo anche in considerazione il numero di infezioni. Che si sono diagnosticate ogni 100mila abitanti. Così hanno notato che più bassa è la temperatura media, maggiore è l’incidenza di Coronavirus.

L’epidemiologa Cristina Linares, coautrice di tale ricerca, ha ammesso che esiste la correlazione statistica. Ma non bisogna giungere a delle conclusioni affrettate. Infatti in un’intervista al quotidiano El Pais ha spiegato:

“Le condizioni di umidità e temperatura variano notevolmente da un’area geografica all’altra e, naturalmente, ci sono molti altri fattori che possono influenzare la trasmissione del virus”, come ad esempio l’attività umana, la densità abitativa e le misure di contenimento”. 

Secondo l’opinione della National Academies of Sciences degli Stati Uniti, il Coronavirus si sta diffondendo anche in alcuni Paesi caldi. Tra i quali l’Iran e l’Australia. La stessa accademia americana ha redatto una relazione. Nella quale illustra come i diversi Coronavirus (SARS e MERS) non hanno mostrato un andamento di tipo stagionale.

Inoltre, i ricercatori della National Academies of Sciences sostengono che il Covid-19 potrebbe essere trasmesso in modo meno efficiente, in ambienti con temperature e con umidità più elevate. Mancano ad oggi le conferme scientifiche. In grado di convalidare tali dati con più autorevolezza.

Tenendo conto della mancanza di immunità al virus, una trasmissione meno virulenta potrebbe non portare al calo dei contagi.