Dipendenza da videogiochi: non solo un disturbo da adolescenti

In effetti sono proprio gli adolescenti ad entrare nel tunnel della dipendenza da videogiochi. Ma non solo loro, anche moltissimi adulti purtroppo ne sono colpiti.

La dipendenza da videogiochi è chiamata tecnicamente Gaming Disorder ed è catalogata come una delle malattie psichiatriche più comuni.

Ebbene si’, è stata dichiarata ufficialmente una malattia mentale. Per molti infatti i videogiochi non sono più un semplice passatempo ma una dipendenza. Per questo è necessario saperla riconoscere in modo da poterla contrastare.

I sintomi della dipendenza da videogiochi.

Quello che ci chiediamo è come fare a riconoscere la dipendenza da videogiochi indipendentemente dal fatto delle ore passate al monitor. Iniziamo col dire che questa condiziona non poco la vita della persona che ne è colpita.

I sintomi sono ben riconoscibili e molto importanti. La persona colpita dalla dipendenza da videogiochi per interesse per tutto il resto.

Tutto ciò che concerne la loro vita è collegata al videogioco, emozioni, reazioni infatti sono strettamente legati a questo. Una delle cose più comuni che possiamo considerare è l’umore della persona che cambia in modo importante che sia vicina o lontana dal gioco.

Noterete infatti euforia ed eccitazione quando sarà attivo col gioco e apatia e depressione quando invece ne sarà lontano. La persona in questione avrà anche malumore ed irritabilità quando non potrà giocare. In pratica l’assenza dal gioco causa astinenza, come una vera e propria droga.

Si aziona anche una sorta di circolo vizioso, più gioca e più vorrebbe giocare e questo comporta il passare la maggior parte della giornata chiusi in casa. Con la conseguenza di perdere gli amici, di avere deficit a livello scolastico o lavorativo.

I problemi che causa la dipendenza da videogiochi non si limita a questo. Può causare infatti anche epilessia, mal di testa, perdita di appetito, depressione ed ansia, perdita di peso.

Come curare la dipendenza da videogiochi.

La cosa migliore da fare quando si ha a che fare con una persona malata è prenderne atto e portare questa persona a riconoscere il problema. Se si tratta di adolescenti è possibile cercare di spronarlo creando delle valide alternative. Cercare di inserire il soggetto in contesto sportivo spesso aiuta. Il contatto con persone della stessa fascia di età è un’ottima cura. Per i casi più gravi esistono dei centri specializzati.

Ad esempio al Policlinico Gemelli di Roma è presente un ambulatorio dedicato alle malattie del web. Comunque per i casi in cui non è possibile agire personalmente è necessario il supporto psicologico. Quindi è necessario iniziare un percorso da uno psicologo.