Quanto resiste il Coronavirus sulle superfici e cosa fare

Tra le preoccupazioni più assillanti, legate alla paura dei contagi c’è quella relativa a quanto resiste il Coronavirus. Esiste un rischio reale di essere contagiati da virus entrando in contatto con suoi residui sulle superfici dove si posa. Una conferma scientifica da ascrivere a recenti studi che hanno analizzato il tema della contagiosità del virus quando resta sugli oggetti.

Da questi primi dati sulla resistenza su diverse superfici da parte del Covid-19, è emerso che è capace di sopravvivere 2 giorni sull’acciaio e 3 sulla plastica. Tra gli esperti che si sono concentrati su tale tema c’è il virologo Roberto Burioni che lo affronta sul suo sito Medical Facts. Tra questi studi che si sono chiesti quanto resiste il Coronavirus, si segnalano quelli relativi alla contaminazione delle stanze di degenza dei malati affetti da Covid-19.

Nel corso di tale indagine è emerso che tracce del virus si trovavano sulle superfici delle stanze di degenza. Ma lo studio presenta un limite tecnico perché si era soffermato sulla ricerca del patrimonio genetico del virus, e non sulla concentrazione di particelle integre del virus.

Un dato imprescindibile poiché solo le particelle virali integre possono infettare se entrano in contatto con il nostro organismo. In sostanza, lo studio non ha appurato la sicurezza della sua contagiosità nelle stanze dei pazienti ricoverati.

Quanto resiste il Coronavirus su: rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica

Grazie ad un recente studio condotto negli Usa, si è dimostrata la propensione del Covid-19 a resistere nel tempo su varie superfici. E la sua capacità di infettare. Si è dedotto così che il virus ha un’altra modalità di trasmissione: quella indiretta attraverso le mani.

Quindi è importante la massima igiene delle mani e delle superfici. È bene evitare di toccare le superfici, per non incorrere nel possibile contatto con sedi contaminate. In ogni modo è importante ricordarsi di lavare accuratamente le mani per non rischiare di infettarsi, portando le mani alla bocca, nel naso o negli occhi.

Per valutare quanto resiste il Coronavirus, si è partiti dall’isolamento in laboratorio per poi permeare con una determinata quantità di virus varie superfici: rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica.

In seguito, gli scienziati hanno valutato il suo modo diverso di infettare con il passare delle ore. Le indagini si sono svolte in un ambiente con temperatura (21-23°C, con umidità relativa del 40%) simile a quelle domestiche.

Si è dimostrato che tra le superfici più inospitali per il virus il Covid-19 ci sono il rame e il cartone. Nel caso del rame la sua capacità infettiva si riduce in meno di due ore ed entro 5 ore nel caso del cartone.

Si registra una resistenza più lunga su altre superfici, come nel caso dell’acciaio inossidabile, dove la carica infettante si dimezzata dopo circa 6 ore. Nel caso della plastica la capacità infettiva si dimezza dopo circa 7 ore. Il rischio di contagio diminuisce quindi con il passare delle ore. Ma si annulla solo dopo qualche giorno. Per accertare con maggiore sicurezza quanto resiste il Coronavirus si dovranno fare altri test di conferma.