Schiacciare i punti neri: ecco cosa nasconde questo gesto

Per alcuni, la pratica di schiacciare punti neri e brufoli dal viso o su altre parti del corpo è una vera e propria mania. Infatti una ricca schiera di soggetti si diletta in questa pratica non solo su di sé. Tra chi ama togliere i punti neri c’è anche chi si diletta a sottoporre a tale tortura anche gli altri. Non mancano poi tanti altri che provano ribrezzo solo ad osservare tale pratica, figurarsi a sottoporsi ad essa.

A quanto pare dietro a tale abitudine si cela un significato psicologico. Schiacciare punti neri e brufoli rappresenta una mania. Infatti il termine specifico per identificarla è dermotillomania, con cui si identifica una condizione clinica. A caratterizzarla vi è un comportamento ossessivo che consiste nel tormentare la pelle. Ne derivano così segni e lesioni sulla cute. Nei casi più severi possono comparire delle affezioni più gravi. Su questo comportamento compulsivo la comunità scientifica segnala delle opinioni contrastanti.

Tra i vari pareri espressi spicca quello di Nina Strohminger, autrice del libro The Hedonics of Disgust. Qui si sottolinea che schiacciare i punti neri e brufoli non è qualcosa di masochistico. Anzi rivela la voglia di sperimentare. Invece Dean McKay, professore di psicologia presso la Fordham University di New York, spiega che tale abitudine causa un brivido legato ad un rischio inconscio ma anche una sensazione di sollievo. Dunque si prova un tipo di alleviamento anche se il secreto è ritenuto disgustoso.

Secondo il parere di Amy Wechsler, dermatologa e psichiatra di New York, alcuni soggetti rimuovono punti neri e brufoli per rilassarsi. Prevale comunque come opinione comune che la dermotillomania dal punto di vista psicologico sia una pratica per ovviare stati emotivi quali: ansia, rabbia, tensione, solitudine, noia. In sostanza si tratterebbe di un’abitudine che potrebbe avere stimoli condizionati dallo stesso inconscio.

La dermotillomania: schiacciare i punti neri

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In base alle interpretazioni offerte dalla psicoanalisi induttiva, gli stimoli dell’inconscio sono connessi a desideri e frustrazioni. Così si può spiegare la suddivisione tra il fronte che ama e quello che odia questa pratica. Anche se i due schieramenti sono sovrapponibili.

Dunque la mania di togliere punti neri e brufoli potrebbe essere un gesto tipico di chi non riesce ad accettarsi. Ma anche di chi non riesce ad accettare errori commessi o vicende vissute in passato. La rimozione di un inestetismo rispecchierebbe il desidero di strappare via queste esperienze che a livello inconscio continuano a tormentare.

La psicologia identifica un tipo introverso, in chi ama togliersi i punti neri, ma anche una persona poco reattiva e che rinnega il passato. Questo impulso sarebbe correlato alla volontà inconscia di cambiare qualcosa che in passato non si è potuto cambiare.

Invece chi ama togliere i punti neri sugli altri esprime una sorta di rabbia implosa. Si fa riferimento per lo più ad una personalità estroversa e reattiva. Si definisce un tipo incapace di cambiare, che subisce così come effetto il senso di: impotenza, frustrazione e rabbia.

Quando si eliminano le imperfezioni della pelle si cerca di appagare il proprio inconscio fornendo una sorta di soddisfazione. Perché si cerca di cambiare qualcosa di sbagliato. In sostanza si cerca di dare conforto ad una delusione difficile da gestire.

Se tale ossessione riguarda anche la rimozione di peli, pellicine e qualsiasi imperfezione della pelle, allora questo segnala la tendenza al perfezionismo. Così la ricerca di eliminare le imperfezioni è un tentativo di raggiungere la perfezione. Una smania alimentata dal dover compensare, anche se inconsciamente, la propria incapacità di cambiare se stessi o di accettarsi.