Tassa Covid-19 su alcuni scontrini: ecco di cosa si tratta

Con la ripartenza della Fase 2, che ha portato ad aprire le attività per lungo tempo rimaste chiuse, i cittadini si sono trovati a fare i conti con una nuova spesa: la tassa Covid-19. Una nuova tassa segnalata dal Codacons che è comparsa con la voce contributo extra obbligatorio direttamente nello scontrino.

La tassa Covid-19 introdotta da alcuni esercizi commerciali, in particolare i centri estetici ed i saloni dei parrucchieri, è prevista come risarcimento per le spese sostenute per la sanificazione e messa in sicurezza dei locali. Così è arrivata la denuncia da parte dell’Associazione dei consumatori che a tal proposito ha dichiarato:

“Un far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa, e contro cui il Codacons presenta una denuncia alla Guardia di Finanza e all’Antitrust, fornendo tutte le segnalazioni ricevute al riguardo, affinché si avviino le dovute indagini sul territorio”.

Questa tassa indicata nello scontrino a quanto pare non risulterebbe legittima. Mentre si potrebbe richiedere al cliente un contributo volontario e non obbligatorio. In quanto, il cliente è tenuto a pagare per il servizio ottenuto e non le spese affrontate per la messa in sicurezza dei locali.

La tassa Covid-19 che pesa sui consumatori

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Accanto a questa nuova tassa, i consumatori si sono ritrovati alle prese in Fase 2 con un rincaro dei prezzi di alcuni prodotti. A quanto pare i listini dei prezzi di alcuni bar sono lievitati, a partire dal costo di una semplice tazzina di caffè.

È scattato un meccanismo strano in alcuni esercizi commerciali ed attività che hanno cercato una sorta di compensazione economica. Richiedendo ai clienti di risarcirli in parte. Che sono stati costretti a rimborsare i mesi di chiusura e le spese sostenute per la riapertura delle attività.

Si entra così in un circolo vizioso in cui ognuno cerca di risolvere la propria condizione economica pesando sulle finanze degli altri. Che a loro volta hanno subito degli effetti non di certo insignificanti dal punto di vista delle loro finanze.

Si ammette la possibilità di chiedere un aiuto, ma non in modo obbligatorio e sistematico. Per questo la prima reazione nei confronti del contributo ribattezzato tassa Covid-19 è stata quella di criticarla e denunciarla. Gli stessi consumatori hanno chiesto alle associazioni di categoria di intervenire. Per riportare i prezzi di prodotti e dei servizi a quelli in vigore prima del lockdown. Si prevede che l’Antitrust possa aprire un’istruttoria su quanto sta capitando in tutta Italia dopo la riapertura della Fase 2.