ECCO COME UN DISPIACERE PUO’ DIVENTARE UNA MALATTIA

Un dispiacere può trasformarsi in una malattia. Può succedere in qualsiasi momento della nostra vita. Il nostro Io, la nostra anima, hanno il compito di metabolizzare ciò che ci sta intorno.

Quando evitiamo di affrontare un dolore, rimandiamo la nostra guarigione. E nel frattempo il nostro corpo è attaccato dai sintomi di una patologia.

Ad esempio, quando non ci sentiamo abbastanza amati, tendiamo ad ammalarci più spesso. Il freddo ci “gela” l’anima e il corpo. Soffriamo di tosse, di raffreddore e di influenza.

Sarebbe bello potersi stringere con qualcuno e combattere il gelo dell’inverno insieme. Oppure, quando stiamo portando sulle nostre spalle un peso troppo pesante, inevitabilmente i muscoli si contraggono.

Lo stress è una delle prime cause per cui la cervicale non ci dà tregua. O, ancora, il mal di gola può indicare l’assenza di qualcuno. Quando tratteniamo le parole, i pensieri, è in gola che rimane tutto.

A ogni dispiacere corrisponde una malattia specifica.

Malattia e dispiacere: qual è la correlazione?

L’acidità di stomaco, invece, potrebbe indicare una presenza nociva e negativa al tuo fianco. Le coliche indicano, invece, rabbia repressa. Per questo motivo è molto importante trovare l’origine del problema e affrontarlo.

Se siete insoddisfatti e logorati dalla vita, è probabile che avrete problemi di peso. Per perdere peso, bisogna stare tranquilli e non permettere all’ansia di non metabolizzare il cibo.

Costanti dubbi, paure e insicurezze disturbano il tuo ciclo del sonno. Ne consegue che potreste soffrire di insonnia. Non dormire bene non gioverà neppure al vostro cuore né alla salute mentale.

È importante in questi casi agire in fretta e andare “a monte”.

La vita è soltanto una, e non deve andare sprecata stando male. Anzi, dovremmo essere felici di esserci. Dovremmo lasciarci guidare dai sorrisi e dalla pace interiore.

L’aiuto e il supporto di un terapeuta o di uno psicologo è la soluzione migliore per risolvere i conflitti interiori.

E tornare a sorridere.